Ostetrica/o

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Ostetrica/o

Una figura professionale che si occupa di assistere la donna nel periodo della gravidanza, durante il parto e nel puerperio, conducendo e portando a termine parti fisiologici con propria responsabilità
 

La professione
 

Ostetrica in sala parto

Uno dei ruoli chiave per ciò che concerne l’assistenza alla donna gravida e il suo bambino è occupato dalla figura sanitaria Ostetrica, il cui campo di competenze viene sancito e chiarito in maniera approfondita dal Decreto Ministeriale n. 740 del 1994. In esso si specifica che l’Ostetrica/o si occupa della donna gravida, anche durante il parto e nel successivo puerperio, detenendo la responsabilità in caso di parto fisiologico. La sua assistenza si estende anche in ambito neonatale e ginecologico. In particolare:

L’assistenza Ostetrica alla donna e al processo riproduttivo è di natura tecnica, palliativa, curativa, preventiva, riabilitativa, relazionale ed educativa.

Nell’esercizio della pratica sanitaria è necessario che si attenga non solo alle normative vigenti, ma anche al Codice Deontologico, la cui prima stesura e approvazione da parte del Consiglio Nazionale risaliva al 19 giugno 2010. Cambiamenti normativi hanno reso necessarie successive revisioni e integrazioni, fino a raggiungere la versione più recente disponibile approvata il 18 novembre del 2017, scaricabile dal sito della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO).

Attualmente è in corso un nuovo aggiornamento della normativa, reso necessario dopo l’emanazione della Legge Lorenzin (2018) che ha cambiato la connotazione dei Collegi sanitari in Ordini.

Il Codice Deontologico ostetrico si riferisce alla pratica lavorativa per ciò che concerne i principi generali, i rapporti con la persona assistita, con altri professionisti sanitari, con le istituzioni e con lo stesso Ordine, terminando con diverse disposizioni conclusive.

 

Cenni storici

Ostetrica dell' '800

La professione Ostetrica è certamente una delle più antiche della storia, nata dall’esigenza di assistere la donna nel momento del parto, anche se in antichità veniva spesso associata a pratiche che sfociavano nel misticismo o nella ritualità.

Si è avvertita molto presto l’esigenza di documentare quanto più possibile la conoscenza legata a questa azione, come dimostrano le 25 tavolette Sumere risalenti al 2000 a.C. e contenenti scene di parti.

Nel popolo greco, i medici stessi si occupavano di ostetricia, integrando la loro esperienza negli insegnamenti di Ippocrate, che poi fu tramandata nel Corpus Hippocraticum.

Lo studio del fenomeno ha avuto un esito frammentato nel corso dei secoli successivi, subendo in taluni casi delle battute d’arresto, in quanto intorno ad essa aleggiava ancora una sorta di aspetto sovrannaturale. Il primo distacco da questa interpretazione mistica, favorendo lo studio e l’osservazione della gravidanza, risale al periodo del Rinascimento, con la comparsa nel 1513 del primo libro esclusivamente ostetrico.

Tuttavia, per quanto proseguissero gli studi in tale ambito, l’assistenza è stata comunque relegata a sole donne per molto tempo, considerate levatrici o mammane, che non possedevano nessuna conoscenza teorica.

L’esigenza di fornire una vera e propria identità professionale in questo senso, con relativi diritti, nasce agli inizi del secolo scorso e comincia a delinearsi soprattutto dopo la Seconda Guerra mondiale, quando un gruppo di ostetriche provenienti da tutta Italia si reca a Roma dando vita ad un Comitato promotore per la creazione di una Federazione nazionale che riorganizzi le ostetriche stesse nelle province. Nel novembre 1946 viene eletto il primo Comitato Centrale, mentre nell’aprile del 1948 nasce l’ENPAO, ovvero Ente Nazionale di Provvidenza e Assistenza per le Ostetriche.

Dall’anno 1946 ad oggi vengono organizzati periodicamente dei Congressi nazionali, ciascuno dedicato ad un tema specifico, per discutere con le esponenti più attive della categoria provenienti da tutto il Paese.

Il profilo dell’Ostetrica/o si delinea definitivamente con il DM 740/1994 e la L. 42/1999, dove sveste i panni dell’ausiliaria e ancella come in passato, per diventare una professione sanitaria autonoma, per la quale è prevista una formazione pluriennale con conseguente diploma, che diventerà laurea dalla Legge 251/2000.

 

La formazione

Per poter diventare Ostetrica/o ad oggi è obbligatorio seguire un percorso formativo che prevede una laurea ostetricia, il cui corso di studi ha una durata minima di tre anni. Per iscriversi all’Università è necessario il diploma di maturità (o un titolo equipollente), ma bisogna tener conto del fatto che si tratta di una facoltà a numero programmato: ciò significa che si accede previa iscrizione ad un test di ingresso, che solitamente ha luogo a settembre, contenente domande di diversa natura, come Logica e Cultura generale. In alcuni Atenei contestualmente chiedono di indicare anche l’ordine di preferenza delle sedi disponibili, nelle quali si verrà collocati scorrendo la graduatoria. Per ciascuna facoltà italiana, viene assegnato un numero chiuso di possibili studenti, stabilito annualmente dal MUR (Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca) e calcolato in base al fabbisogno del personale sanitario in riferimento alla Classe.

Chi non avrà risposto correttamente ad almeno il 50% delle domande per gli argomenti Biologia e Chimica, dovrà superare gli OFA, ovvero Obblighi Formativi Aggiuntivi, prima di poter sostenere l’esame Le basi del percorso vitale.

Studentesse ostetricia

I tre anni di corso si articolano nella seguente maniera: a periodi di lezioni in aula, che prevedono una frequenza obbligatoria minima del 75%, si alternano settimane di pratica in contesti sanitari ed esami. Si potrà accedere al successivo anno di corso previo superamento di esami specifici, che vengono comunicati sul sito della stessa facoltà.

Alla fine del triennio – e raggiunti 180CFU – si potrà fare richiesta per discutere la tesi di laurea, anche se ciò comporta prima l’adempimento dell’esame di stato.

Una volta terminato questo primo percorso di studi, l’Ostetrica/o può esercitare la sua professione iscrivendosi all’Ordine professionale di provincia, sia che lavori nel privato o nel pubblico.

Per chi lo desidera, sono disponibili ulteriori percorsi di approfondimento in materia, a partire dalla Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche e Ostetriche (biennale) per occupare posti dirigenziali e di coordinamento, oppure un Master di I-II livello (di un anno ciascuno, per approfondire la preparazione in argomenti specifici) e, infine Dottorato di Ricerca.

Di seguito alcune Università nazionali con la facoltà di ostetricia:

Come in qualsiasi ambito in campo scientifico, la formazione Ostetrica si estende nell’arco di tutta la vita, attraverso corsi di aggiornamento che di norma vengono resi disponibili nello stesso sito della Federazione, alcuni dei quali sono a pagamento e prevedono l’accumulo di punti ECM una volta terminati.

 

 La retribuzione e i dati statistici

Stando ai maggiori siti di ricerca del lavoro, la retribuzione media dell’Ostetrica/o in Italia è in linea con la maggior parte di quelle presenti sul territorio, ovvero di €1.550 circa netti al mese nel settore pubblico, che può raggiungere anche €2.800 in caso di Ostetrica Caposala oppure Capo Ostetrica. Si è riscontrato uno stipendio minimo di €1.000 circa/mese per coloro che, invece, lavorano in un Consultorio. Le cifre nette aumentano se prendiamo in considerazione l’ambito privato, dove già per un’esperienza di meno di tre anni di superano abbondantemente €1.500 netti mensili, contro i €1.340 nel pubblico.

Osservando le statistiche riguardo l’Ostetrica/o e stando ai dati raccolti dal sito Atlante Sanità, risulta che in Italia operano circa 20 mila professionisti. Per quanto riguarda il livello di occupazione ad un anno dalla conclusione del percorso di studi universitario, il sito AlmaLaurea permette di osservare le statistiche prendendo in considerazione ciascun Ateneo. Prendendo in considerazione diversi poli dislocati lungo tutta la penisola, risulta che fra le migliaia di laureati nel 2020 il 55% e il 70% ha già trovato lavoro. Un altro dato interessante è che, a differenza della professione infermieristica, si tratta di un impiego che interessa prevalentemente il genere femminile, con oltre il 90% delle donne fra coloro che cercano un posto su siti di annunci.

Un’ultima raccolta dati, che purtroppo presenta un esito alquanto infelice, anche considerata la presenza del Codice Deontologico che regola la pratica della professione, è relativa al lavoro ostetrico preso in esame dal 2003 ad oggi. Secondo l’indagine di Doxa OVOItalia si stima che siano 1 milione – ovvero, il 21% sul totale – le madri italiane che affermano di aver subito una qualche forma di violenza (fisica o psicologica) da parte del personale ostetrico, alla prima esperienza di maternità. Il 6% di queste dichiara di aver rinunciato ad una seconda gravidanza proprio per questa ragione: in termini numerici si traduce in ben 20.000 bambini in meno all’anno.

 

Sitografia

Codice Deontologico Ostetrico

Federazione Nazionale Collegi Ostetriche (fnopo.it)

Regolamento concernente l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'Ostetrica/o (Gazzetta Ufficiale)

Atlante Sanità (atlantesanita.it)

Indagine Doxa-OVOItalia | Osservatorio sulla Violenza Ostetrica Italia (OVOItalia)

 

scritto da Julia Volta per jobinmed.itTM