Infermiere

Infermiere

Una figura professionale che si occupa di prevenzione delle malattie, di assistenza dei malati e dei disabili di ogni età e di educazione sanitaria.

La professione

Infermiere professionale con paziente

Fra le diverse professioni sanitarie per le quali è prevista una formazione triennale in ambito universitario, la più diffusa è quella dell’Infermiere, la cui autonomia in ambito lavorativo viene sancita dal Decreto Ministeriale n.739 del 1994, dove si specificano i campi di competenza. In particolare, il suo lavoro è di natura tecnica, relazionale ed educativa per ciò che riguarda l’assistenza preventiva, curativa, palliativa e di riabilitazione. Le sue azioni sono così delineate:

  • partecipa all’identificazione dei bisogni della persona e della collettività;
  • identifica i bisogni di assistenza Infermieristica e formula gli obiettivi da raggiungere;
  • pianifica, gestisce e valuta gli interventi Infermieristici in maniera autonoma;
  • controlla la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche;
  • può agire sia individualmente sia in collaborazione con altri operatori sanitari;
  • se necessario per i propri interventi, si avvale del personale di supporto;
  • si occupa della formazione del personale di supporto, nonché del proprio aggiornamento secondo le ultime evidenze scientifiche.

    Al Decreto bisogna associare il Codice Deontologico, approvato dal Comitato centrale della Federazione e dal Consiglio nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche nell’aprile 2019. La data così recente è dovuta all’esigenza di una rielaborazione del documento (la cui precedente versione risaliva ad una decina di anni prima), in quanto negli ultimi anni si sono susseguiti una serie di cambiamenti legislativi, a partire dalla Legge 3/2018 che ha modificato la natura giuridica della Federazione e degli Ordini.

All’interno del suddetto Codice Deontologico sono presenti 53 articoli, raggruppati in 8 capi per poter tracciare una linea guida all’interno della pratica Infermieristica in relazione a: principi e valori professionali, responsabilità assistenziale, rapporti professionali, rapporti con le persone assistite, comunicazione, organizzazione, libera professione e disposizioni finali. Ogni trasgressione del Codice può portare a delle conseguenze penali, nonché dei provvedimenti da parte dell’Ordine stesso.

 

Cenni storici

Infermiere in un reparto dell'  '800

Rispetto ad altre professioni sanitarie, l’Infermieristica ha una storia recente piuttosto lunga e articolata che comincia da un personaggio di spicco conosciuto nel settore, perché considerato il punto di origine dell’affermazione di questo lavoro: si tratta di Florence Nightingale, proveniente dall’élite inglese del XIX secolo.

Nonostante, la sua estrazione sociale, Florence si rese conto fin dalla giovane età della necessità di garantire una formazione adeguata alle donne Infermiere (a quei tempi era considerato un mestiere esclusivamente femminile e decisamente poco rispettato) e, difatti, dopo anni di lotte e propaganda, riuscì ad istituire nel 1860 la prima scuola per la formazione al St. Thomas di Londra, chiamata Nichtingale School, il cui corso aveva la durata di un anno, composto da una serie di riunioni e lezioni, senza un corpus di insegnamenti definito. Tale rivoluzione, purtroppo, sopraggiungerà in Italia solo quarant’anni più tardi, godendo comunque di tutti i pregiudizi negativi legati alla professione, considerata ancora adatta solo alle donne e subordinata al medico.

Con il Decreto Regio n. 1832 del 1925 vengono aperte le scuole-convitto, che prevedono una formazione biennale a cura dei primari degli ospedali in cui risiedeva la scuola stessa, avente come direttrice amministrativa un’Infermiera che, tuttavia, non godeva di alcun potere decisionale. Chiaramente stiamo parlando di un modello che si discosta dagli insegnamenti della Nightingale, ormai deceduta nel 1910, che applicava alla pratica Infermieristica il metodo scientifico attraverso la statistica.

Negli anni successivi si assiste ad una sorta di regressione, quindi, nella preparazione dell’Infermiere, anche perché la sua esistenza era strettamente connessa al regime militare presente nel periodo che abbraccia anche la Seconda Guerra mondiale. Una novità che può considerarsi positiva è la distinzione fra l’Infermiere generico e quello professionale posta dal R.D. 1310/1940, in quanto il primo operava ad un livello subordinato vista la scarsa formazione.

Il Collegio delle Infermiere, conosciuto fino a qualche anno fa con il nome di IPASVI nasce con la Legge 1049 del 1954.

Negli anni ’70 si assiste a delle importanti novità dal punto di vista Infermieristico, in un contesto dove c’era carenza di personale, tanto da spingere gli Infermieri generici ad occupare anche posizioni di rilievo. Ecco alcuni eventi importanti:

  • con la Legge 124/1971 anche gli individui di sesso maschile possono accedere al corso;
  • con la Legge 795/1973 per diventare Infermiere professionale occorre una formazione triennale, al termine della quale viene rilasciato un diploma;
  • con il DPR n. 225/1974 si riconosce nel lavoro di Infermiere la partecipazione alla ricerca scientifica, nonché la soddisfazione delle esigenze psicologiche e relazionali del paziente. Nello stesso, tuttavia, è presente anche il Mansionario, che delinea chiaramente le poche azioni che tale professionista può compiere, assegnate in base alle esigenze mediche. Tale lista verrà abolita definitivamente solo con la Legge 42/1999.

Una vera e propria svolta si avrà con il D.M. 739/1994, dove vengono definite con maggior chiarezza le varie professioni sanitarie, fra cui quella dell’Infermiere, per chiarire quali sono le azioni che competono ad ognuno e le relative responsabilità. Da questa data è previsto un diploma universitario alla fine dei tre anni di formazione, che diventerà un vero e proprio corso di laurea da dopo gli anni 2000, raggiungendo così una vera e propria autonomia professionale.

Con la “Legge Lorenzin” del 2018 viene abolito l’IPASVI e nasce la Federazione Nazionale degli Ordini e delle Professioni Infermieristiche – FNOPI, mentre i Collegi provinciali diventano Ordini, rappresentati con la sigla OPI. Ciò significa che tali organi svolgono anche un’azione amministrativa attiva per conto dello Stato, oltre che iniziativa e di controllo.

 

La formazione

Come già accennato, per poter esercitare la professione è necessario conseguire una laurea triennale in Infermieristica, dopo aver superato tutti gli esami (raggiungendo 180 CFU) e la prova di stato.

Per potersi iscrivere all’Università bisogna possedere almeno il diploma di maturità (o un titolo equipollente) e, poiché le lauree triennali della Facoltà di Medicina e Chirurgia prevedono un numero fisso di studenti (stabilito annualmente da MUR, Decreto del Ministero dell’Università e della Ricerca), ci si può immatricolare solo dopo aver superato il test ingresso, che solitamente ha luogo ad inizio settembre in tutta Italia. In base al punteggio ottenuto si scorrerà la graduatoria e si verrà collocati in una delle sedi di zona, seguendo la preferenza indicata in sede di iscrizione. Chi non fornisce almeno il 50% delle risposte corrette in ambito biologico e chimico, deve obbligatoriamente superare le prove aggiuntive OFA per sostenere l’esame Scienze di Base.

È bene sapere che a prescindere dalla didattica a distanza o in presenza, la frequenza è obbligatoria per almeno il 75% delle lezioni, che per altro sono alternate a periodi di tirocinio effettuati in diversi reparti a rotazione, scelti dallo stesso corpo docente sulla base delle competenze maturate in ciascun anno di corso.

Anche la pratica in contesti ospedalieri è oggetto di valutazione da parte degli Infermieri di reparto che si assumono la responsabilità di istruire lo studente in quel determinato periodo.

Studenti Infermieri

Prima della discussione della tesi finale è previsto il superamento dell’esame di stato, che abilita allo svolgimento della professione una volta ricevuto l’attestato di laurea. Chiaramente, qualunque sia il posto dove si scelga di lavorare, è obbligatorio iscriversi all’OPI locale di competenza, pagando annualmente una quota associativa.

Chi lo desidera può proseguire il percorso di studi iscrivendosi al Corso di Laurea Magistrale in Scienze Infermieristiche ed ostetriche, della durata di due anni, oppure a dei Corsi di Perfezionamento per approfondire la formazione in diversi ambiti sanitari. O ancora, Master di I e II livello, per specializzarsi in un campo di competenza.

Le sedi universitarie sono dislocate in tutto il territorio italiano. Eccone alcune:

L’aggiornamento delle competenze Infermieristiche procede di pari passo con la pubblicazione delle ultime evidenze scientifiche del mestiere. Per questo vengono resi disponibili dei corsi da seguire per mantenersi aggiornati, reperibili direttamente da sito FNOPI oppure FadInMed.

 

La retribuzione e i dati statistici

Per ciò che concerne lo stipendio, è ancora aperto il dibattito che riguarda le cifre italiane, considerate le più inferiori d’Europa, nonostante l’introduzione del nuovo Contratto Nazionale del 2018.

Attualmente nel settore pubblico l’Infermiere guadagna circa €1.922 lordi al mese, senza che ci sia una reale e sostanziale differenza nel settore privato, dove si raggiunge la cifra di €1.500 netti mensili. È anche vero che molto dipende dal grado di anzianità, dalla struttura stessa dove si svolge la professione e il livello di responsabilità che si ricopre. Per quanto riguarda la libera professione, svolta previa apertura di P.Iva, i guadagni aumentano considerevolmente, in quanto la paga oraria retributiva supera abbondantemente i 20 euro. L’importo mensile varia in base a quanto effettivamente si ha lavorato.

Passando al discorso statistico, l’esigenza di reclutare un maggior numero di Infermieri si è certamente inasprita con l’avvento della pandemia Covid-19, anche se era già presente prima, stando ai dati OCSE: nel 2019, infatti, risultava la presenza in Italia di 5,5 unità di Infermieri ogni mille abitanti (circa 400 mila professionisti in tutta Italia, il 77% dei quali lavora in contesti ospedalieri), mentre i medici risultano persino troppo numerosi. La distribuzione si concentra maggiormente nelle regioni nordiche, soprattutto in Lombardia, dove si contano diverse decine di migliaia di Infermieri. Una carenza allarmante se si considera che la popolazione italiana è una delle più vecchie del mondo, con circa il 20% di individui che superano i 65 anni di età, molti dei quali considerati fragili e bisognosi di cure assistenziali. Pertanto, non stupiscono affatto le ultime indagini di AlmaLaurea, anche solo prendendo in esame l’Ateneo di Milano, dove il 90% dei laureati nel 2020 ha trovato lavoro entro un anno, confermando una retribuzione netta di quasi €1600 mensili.

 

Sitografia

Scheda risultati soddisfazione laureati Infermieristica (Unimi - fonte Almalaurea)

FNOPI | Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche

Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche

Nurse24.it | Quotidiano on-line

Report Ocse “Health at a Glance Europe 2018”: la spesa sanitaria italiana...- Quotidiano Sanità (quotidianosanita.it)

FadInMed.it

 

scritto da Julia Volta per jobinmed.itTM

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